Giacomo Siro Castello - Cortile dei Caduti, piano terra, lato est

Lapide di Giacomo Siro Castello

Lastra in marmo di Candoglia rosa levigata con stemma e iscrizione incise e dipinte in colore scuro 86 x 51 cm

Iscrizione: D(omino) O(ptimo) M(aximo). / Iacobo Syro Castello, / coniugato mox sacerdoti, / protonot(ario) apost(o)lico, / in patrio Ticin(ensi) lycaeo / cl(arissi)mo philosophiae ac medic(inae) prof(essori), / aevo suo nulli secundo, / intus et extra Italiam / consultorum fama notissimo, / annis laureae LV, cath(edrae) XII, / sacerd(otii) III, aet(atis) LXXIII expletis, / nunc quiescenti, Ioseph M(a)r(i)a filius, / pub(licus) Phil(osophiae) ac Medic(inae) prof(essor), / p(osuit) a(nno) MDCCXIII.

Traduzione: A Dio Ottimo Massimo. A Giacomo Siro Castello, dapprima sposato poi sacerdote, protonotario apostolico, professore di Filosofia e Medicina nel patrio liceo pavese, secondo a nessuno nella sua epoca, notissimo per fama dei suoi responsi dentro e fuori Italia, compiuti 55 anni di laurea, 12 di insegnamento, 3 di sacerdozio, 73 di età, ora defunto, il figlio Giuseppe Maria, pubblico professore di Filosofia e di Medicina, pose nell’anno 1713.

Ubicazione: Pianoterra, parete orientale, tredicesima da sinistra.

Personaggio: Giacomo Siro Castello visse dal 1640 al 1713; fu filosofo, medico e docente di Medicina teorica e pratica per un decennio, dal 1698 al 1708.

Descrizione: La lapide di forma mistilinea è contornata da una sottile linea incisa. L’iscrizione occupa circa i tre quarti della superficie, mentre nella parte superiore compare uno stemma al centro del quale un castello merlato con torri angolari è sormontato da un’aquila ad ali spiegate con una corona sul capo. Sopra allo stemma è visibile un cappello che indica la dignità prelatizia di protonotaio apostolico con tre ordini di fiocchi, sei per parte.

Stemmi: Al centro del coronamento della lapide è scolpita l’arme gentilizia della famiglia Castello: d’azzurro, al castello di rosso, aperto e finestrato del campo, terrazzato di verde; col capo d’oro caricato dell’aquila di nero, coronata del campo.

Notizie sulla lapide: Il docente venne sepolto nella chiesa ora distrutta di San Pantaleone, da cui proviene la lapide a muro che Bossi riferisce essere collocata «In pariete prope ostium Sacrarii» (Bossi, Memoriae Ticinenses Novantique, 190, f. 127). La lapide di Castello si trovava già sotto i portici dell’Università quando venne riprodotta dal Marozzi; era sicuramente nella collocazione attuale anche nel 1831 quando Longhena ne riporta l’iscrizione tra quelle delle lapidi di Bigoni e di Ziegler. Anche nel documento del 1877 le ultime lapidi indicate nel «Cortile anatomico. Lato di levante» sono quelle di «Bigonio, Castelli, Zieglero, Borda [poi portato nel Cortile delle Statue]» (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1874-1880. Lapidi e monumenti esistenti nella R. Università, 20 giugno 1877; si veda il saggio di Luisa Erba, p. 35).

Datazione: Post 1713, anno di morte del personaggio.

Provenienza: Pavia, chiesa di San Pantaleone, ora distrutta.

Stato di conservazione: Mediocre; presenza di sporco superficiale e di scheggiature lungo i bordi superiore e inferiore.

Bibliografia: 1831. Sangiorgio - Longhena, Cenni storici sulle due università di Pavia e di Milano, Milano 1831, p. 449. 1878. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia 1878, parte I, p. 142. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 52. 2011. Erba, La collezione di lapidi dell’Università di Pavia, in Il cortile di Volta dell’Università di Pavia, a cura di Mazzilli Savini, Milano 2011, p. 61 e p. 62.