Francesco Lauzi - Cortile dei Caduti, piano terra, lato est
Lapide di Francesco Lauzi
Lastra principale in marmo di Candoglia bianco rosa con iscrizione incisa in colore scuro stemma in marmo di Candoglia bianco rosa con iscrizione incisa in colore scuro lastra con il brano di Goldoni in marmo di Candoglia bianco rosa con iscrizione incisa in colore scuro 76 x 70 cm (lastra principale); 40 x 26 cm (stemma); 45 x 65 cm (citaz. Goldoni)
Iscrizioni: D(omino) O(ptimo) M(aximo). / Francisco Lautio, / in reg(ia) Ticin(ensi) Academia / iuris canonici primario interpreti, / repudiatis exterae aulae honoribus / sibi litteris patriae diutius victuro / supremum amoris monumentum / moestissimi filii / posuere. / Obiit V (die ante) Id(us) Febr(uarias) 1745, / aet(atis) an(nis) 67. (sulla lastra principale) Peril(lustris) i(uris) c(onsultus) primarius lector / nob(ilis) d(ominus) don Franciscus de Lautys (intorno allo stemma) Aut ingenio aut vi (nel cartiglio sotto lo stemma) M(onsieur) Lauzio étoit un jurisconsulte du plus grand mérite. / Il avoit une bibliotheque très-riche; j’en etois le maitre… / Fouillant toujours dans cette bibliotheque, je vis des / théâtres anglois, des théâtres espagnols et des théâ/ tres françois; je ne trouvai point de theâtres italiens… / Je vis avec peine qu’il manquoit quelque chose d’essentiel / a cette nation, qui avoit connu l’art dramatique avant / toute autre nation moderne; je ne pouvois pas concevoir / comment l’Italie l’avoit négligé, l’avoit avili et abâ/ tardi: je desirois avec passion voir ma patrie se rele/ver au niveau des autres, et je me promettois d’y / contribuer. / Carlo Goldoni, Mémoires, chap(itre) VIII (sulla lastra inferiore)
Traduzione: Lapide: A Dio Ottimo Massimo. A Francesco Lauzi, sommo interprete di Diritto canonico nel regio Ateneo pavese, rifiutati gli onori della cattedra straniera, per vivere con personale soddisfazione più a lungo della letteratura della patria, i tristissimi figli posero quest’ultimo monumento di amore. Morì il 9 febbraio 1745, all’età di 67 anni. Stemma: Illustrissimo primo lettore di Diritto canonico, nobile signor don Francesco de Lauzi. O con l’ingegno o con la forza. Lapide: Il signor Lauzi era un giureconsulto del più gran merito. Egli aveva una biblioteca ricchissima; io ne ero il signore. Sfogliando sempre in questa biblioteca io vidi teatri inglesi, teatri spagnoli e teatri francesi, ma non teatri italiani… Io vidi con tristezza che mancava qualcosa di fondamentale a questa nazione, che aveva conosciuto l’arte teatrale prima di tutte le altre nazioni moderne; io non potevo concepire come l’Italia l’avesse trascurata, l’avesse avvilita e imbastardita: io desideravo con passione vedere la mia patria elevarsi al livello delle altre e io mi ripromettevo di contribuirvi. Carlo Goldoni, Memorie, capitolo VIII.
Ubicazione: Pianoterra, parete orientale, quindicesima da sinistra.
Personaggi: Francesco Lauzi fu professore di Diritto civile e di Diritto canonico per quasi cinquant’anni, dal 1697 al 1745. Carlo Goldoni, durante il soggiorno a Pavia, frequenta la biblioteca di Lauzi e lo scrittore nei suoi Mémoires ricorda l’importanza che la lettura delle opere presenti nella biblioteca ebbe nella sua formazione. (Di fronte all’università, accanto alla farmacia al numero 120 di Strada Nuova, un’altra lapide posta nel 1957 ricorda Goldoni citando un breve brano da Gli amori di Zelinda e Lindoro).
Descrizione: La lapide è a bordo vivo e senza decorazione. Lo stemma è circondato da cartocci che si sovrappongono a una corona d’alloro, mentre sotto si trova un nastro col motto e sopra una corona. Al centro dello stemma il leone rampante. La lapide con l’iscrizione tratta dai Mémoires di Goldoni è di semplice formato rettangolare.
Stemma: Arme gentilizia di Lauzi: al leone rampante attraversato da una banda. Al di sopra dello stemma una corona di nobile.
Notizie sulle lapidi: La lapide che ricorda Lauzi proviene dalla sepoltura nella chiesa di Sant’Eusebio di Pavia; l’iscrizione è riportata in una nota aggiuntiva al manoscritto di Girolamo Bossi nella parte dedicata a questa chiesa (Bossi, Memoriae Ticinenses novantique, 190, f. 57). Quando la lapide giunse in università venne collocata nel Cortile dei Giuristi, forse di fianco a quella di Canevesi, come è testimoniato sia da Longhena nel 1831 sia dall’elenco delle lapidi del 1877 (si veda il saggio di Luisa Erba, p. 35). La sistemazione attuale, con lo stemma, la lapide proveniente da Sant’Eusebio e quella con il brano dei Mémoires di Carlo Goldoni, risale probabilmente al periodo in cui vennero aperti i passaggi verso l’antico ospedale San Matteo, motivo per cui fu spostato l’ultimo monumento della parete orientale, quello di Siro Borda, portato poi nel Cortile delle Statue. In quell’occasione la famiglia Lauzi donava lo stemma (1959). L’iniziativa di celebrare anche il Goldoni studente fu probabilmente del rettore Fraccaro; nell’“Annuario” 1959-60 Tibiletti infatti nel necrologio di Plinio Fraccaro afferma: «Poi collocò nuove iscrizioni ai più degni maestri recenti ed a quelli antichi più gloriosi ma non ancora commemorati; né dimenticò il Goldoni » (Tibiletti 1960, p. 458).
Datazione: 1745 epigrafe funebre; 1745 (?) stemma (ma collocato nel 1959); 1959 lapide con il brano di Goldoni.
Provenienza: Lapide funebre da Sant’Eusebio, stemma dono della famiglia.
Stato di conservazione: La lastra proveniente dal luogo in cui fu sepolto Lauzi è in buono stato, mentre sullo stemma è presente una patina di sporco che ne annerisce la superficie e su quella con il testo di Carlo Goldoni si notano alcune macchie di vernice lungo i bordi e al centro della lapide.
Bibliografia: 1831. Sangiorgio - Longhena, Cenni storici sulle due università di Pavia e di Milano, Milano 1831, p. 453. 1878. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia 1878, parte I, p. 94. 1957. Vaccari, Storia dell’Università di Pavia, Pavia 1957, p. 144. 1960. Tibiletti, Plinio Fraccaro (1883-1959), in “Annuario” 1959-60, p. 458. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. e p. 61. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 54. 2011. Erba, La collezione di lapidi dell’Università di Pavia, in Il cortile di Volta dell’Università di Pavia, a cura di Mazzilli Savini, Milano 2011, p. 62.