Giambattista Borsieri - Cortile dei Caduti, piano terra, lato ovest
Lapide di Giambattista Borsieri
Lastra in pietra nera levigata, con cornice modanata e iscrizione incisa e dipinta in colore chiaro medaglione in marmo statuario apuano bianco levigato e scolpito decorazione superiore in ferro battuto 200 x 96 cm
Iscrizione: Io(hanni) Bapt(istae) Borsierio, trident(ino), / Faventiae ob promerita / civitate donato, / Papiae in Univers(itate) Reg(ia) decennium / professori primario Scientiae medicae, / hinc Mediolani septennium archiatro / Ferdinandi archid(ucae) Austr(iaci) gub(ornatoris) Insubr(iae), / religionis modestiaeq(ue) exemplis spectatissimo, / item doctrinae monumentis / plus quam hic scribi potuit. / Io(hannes) Bapt(ista) Manzonus Mediol(anensis) ae(ternum) s(ignum) / amico carissimo p(osuit). / Ob(iit) a(nno) MDCCLXXXV, aet(atis) LXI.
Traduzione: A Giovanni Battista Borsieri, trentino, a Faenza onorato con la cittadinanza per i suoi meriti, a Pavia professore primario di Scienza medica per un decennio nell’Università regia, da qui a Milano per sette anni archiatra dell’arciduca austriaco Ferdinando governatore dell’Insubria, stimatissimo per esempi di religiosità e modestia, allo stesso modo per pietre miliari di dottrina più di quanto qui possa essere scritto. Giovanni Battista Manzoni di Milano pose questo eterno segno all’amico carissimo. Morì nell’anno 1785, all’età di 61 anni.
Ubicazione: Pianoterra, parete occidentale, sesta da sinistra.
Personaggio: Giambattista Borsieri de Kanifeld nacque a Civezzano in Trentino il 18 febbraio 1725, da famiglia di antica nobiltà. Dopo un’infanzia difficile, a sedici anni decise di dedicarsi allo studio delle lettere classiche. Nel 1743 andò a Padova dove frequentò Medicina; nel 1744 si laureò in Filosofia e Medicina. Dal 1745 si trasferì a Faenza per curare un’epidemia di febbri gastriche e biliose che provocava numerosi decessi; la sua terapia ebbe successo tanto che la città gli conferì la cittadinanza nel 1764. Rinunciò alla cattedra offerta da papa Clemente XIV all’Università di Ferrara, ma non a quella di Medicina pratica a Pavia assegnatagli nel 1769 dall’imperatrice Maria Teresa. Iniziò le lezioni nel 1770; in nove anni ricoprì la carica di rettore per tre volte. Tra il 1781 e il 1788 raccolse i suoi appunti nelle Institutiones medicinae practicae, che per gli altri medici divennero il termine di paragone per dimostrare le proprie capacità. Morì a Milano il 21 dicembre 1785. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia, Bizzoni, 1878, parte I, pp. 212-217. Paolo Casini, Ugo Baldini, Borsieri de Kanifeld Giambattista, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1971, pp. 129-132. Musei e collezioni dell’Università di Pavia, a cura di Fabio Bevilacqua, Lidia Falomo, Carla Garbarino, Milano, Hoepli, 2003, p. 22.
Descrizione: La lapide si inarca nella parte superiore, a contenere un medaglione bianco di forma ovale con il ritratto del personaggio raffigurato di profilo sinistro. Attorno al medaglione vi è una fila di perle. Il contorno superiore è bordato da un tralcio di foglie d’alloro e bacche, sopra al quale è appoggiata una coppa baccellata contenente un serpente.
Notizie sulla lapide: Luisa Erba (p. 33) afferma che una delle prime lapidi collocate sotto i portici dell’Università fu quella di Borsieri; il 29 settembre 1790 il segretario dell’Istruzione Pubblica di Pavia chiese il «permesso di far collocare una lapide con iscrizione del fu Archiatro Don Gio. Battista Borsieri». Da quel momento in poi, su iniziativa di Leopoldo Pollack, iniziarono ad essere posizionate sotto i portici anche le lapidi provenienti dalle chiese pavesi. Nel testo Cenni storici sulle due università di Pavia e di Milano Francesco Longhena riporta l’iscrizione della lapide di Borsieri tra quelle di Mascheroni e di Soave presenti sotto il portico orientale; ma nell’elenco del 1877 il ricordo di Borsieri risulta essere collocato sul lato ovest ed è indicato con il numero 26, mentre al suo posto, sulla parete orientale, tra Mascheroni e Soave, risulta presente una lapide denominata “Studenti” (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1874- 1880. Lapidi e monumenti esistenti nella R. Università, 20 giugno 1877; si veda il saggio di Luisa Erba a p. 35). La spiegazione di questo spostamento viene data da una lettera inviata il 24 dicembre 1861 dal preside della Facoltà di Scienze Cattaneo al Rettore in merito alla collocazione della lapide per Antonio Pignacca; dopo aver analizzato la disposizione dei monumenti sotto al portico orientale egli afferma: «Questa serie […] sta per essere maggiormente modificata colla collocazione del monumento degli studenti nel luogo ove attualmente sta la lapide Borsieri, che verrebbe traslocata sull’opposto muro e precisamente nella lunetta attigua all’ingresso nel Gabinetto di Anatomia» (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1860-1864). Il monumento agli studenti a cui si fa riferimento è presumibile che sia quello dedicato ai caduti nella Seconda Guerra d’Indipendenza oggi addossato alla parete destra dell’androne di accesso al cortile da strada Nuova, ma che in origine doveva essere stato pensato al centro della parete orientale, in modo che fosse visibile a chi varcava il cancello del cortile, poiché non esisteva ancora il grande monumento centrale.
Autore: Giuseppe Franchi (sotto al ritratto è presente l’iscrizione Joseph Franchi faciebat Mediol.; si veda il saggio di Luisa Erba, p. 38).
Datazione: Post 1785, ante 1831.
Stato di conservazione: Discreto; presenza di piccole fratture sulla superficie della lapide.
Bibliografia: 1831. Sangiorgio - Longhena, Cenni storici sulle due università di Pavia e di Milano, Milano 1831, p. 447. 1878. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia 1878, parte I, pp. 212-213. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 62. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 56. 2011. Erba, La collezione di lapidi dell’Università di Pavia, in Il cortile di Volta dell’Università di Pavia, a cura di Mazzilli Savini, Milano 2011, p. 64 e p. 71