Manlio Sonvico - Cortile dei Caduti, piano terra, lato ovest
Lapide di Manlio Sonvico
Lastra in calcare nembro giallo di Verona levigata con iscrizione incisa e dipinta in colore nero mensoline in calcare nero di saltrio levigate e scolpite, ritratto e decorazioni in bronzo 190 x 80 cm
Iscrizione: Manlio Sonvico, / scolaro di Chimica, / milite e martire nell’epopea fascista, / non la uccisione / ma l’idea / lo erige in esempio, / idea / della forza contro la violenza, / dell’ordine avanti la libertà, / della soggezione di tutti allo Stato, / onde la Nazione sia pari / ad ogni più alto destino. / Anno IV del Littorio.
Ubicazione: Pianoterra, andito di ingresso, parete meridionale, prima da sinistra.
Personaggio: Manlio Sonvico era uno studente di Chimica che cadde a Villalbese vittima degli scontri tra fascisti e comunisti nel 1924.
Descrizione: La lapide, sorretta da peducci, è quasi totalmente occupata dal testo dell’iscrizione; sopra ad essa vi è un fascio a foglie e bacche su cui si imposta il coronamento con al centro il medaglione raffigurante il volto del personaggio e sulla sinistra un fascio littorio avvolto con nastri svolazzanti e due rami di quercia con ghiande che incorniciano il medaglione.
Notizie sulla lapide: La lapide, che risale al 1926, è opera dell’architetto Balducci ed è stata realizzata dalla ditta Cattò di Pavia, come appare dalle iscrizioni poste in corrispondenza dei peducci. Fu voluta dal Gruppo Universitario Fascista, in seguito intitolato a Manlio Sonvico, che il 22 aprile 1926 informa il Rettore che «Manlio Sonvico il goliardo purissimo martire dell’Italia nuova verrà, per iniziativa degli studenti fascisti, eternato con una lapide che sarà inaugurata prossimamente in uno dei cortili del nostro glorioso Ateneo». La raccolta di offerte per le onoranze ebbe evidentemente successo perché a metà maggio i promotori dell’iniziativa ricevono dal Rettore il permesso di inaugurare la lapide il 24 maggio successivo. Il 4 giugno l’Associazione provvede ad inviare al Rettore il testo e lo schizzo della lapide (fig. 68 p. 40) che sono conservati in Archivio (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1925- 1934). Il ricordo di Sonvico venne danneggiato dopo la caduta del Fascismo. Tibiletti ricorda un aneddoto della vita di Plinio Fraccaro in occasione della sua commemorazione: «Nel maggio del 1945, vedendo che la lapide del “martire fascista” M. Sonvico era stata danneggiata, disse a noi studenti che potevamo anche distruggerla, ma egli, da storico, ci consigliava di non farlo». Per comprendere il difficile ruolo che ebbe Plinio Fraccaro negli anni dell’immediato secondo dopoguerra si veda Francesco Todeschini, Uno storico rettore magnifico. Plinio Fraccaro e l’Università di Pavia, Milano, Cisalpino, 2009.
Autore: G.A. Balducci.
Datazione: 1926, inaugurazione 24 maggio.
Stato di conservazione: Mediocre; presenza di verderame sulle parti in bronzo con avanzato stato di degrado della lastra che altera la leggibilità dell’iscrizione.
Bibliografia: 1960. Tibiletti, Plinio Fraccaro (1883-1959), in “Annuario” 1959- 60, p. 458. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 44. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 190.