Adolfo Viterbi - Cortile dei Caduti, piano terra, lato ovest

Lapide di Adolfo Viterbi

Lastra in calcare Nembro rosato veronese levigata e scolpita con riquadro in bronzo e iscrizione incisa e dipinta in colore scuro 152 x 80 cm

Iscrizione: Per deliberazione della Facoltà di Scienze / di questo Ateneo, / dove / Adolfo Viterbi / insegnò Geodesia / e di dove, / suonata la grande ora del pericolo, / mosse animoso / come volontario di guerra / al sacrificio, alla morte, alla gloria, / resti consacrato in questo marmo / il ricordo di lui, / esempio nobilissimo e puro / di quanto possa / nelle alte anime / l’amore della Patria e della giustizia. / N(ato) a Mantova il 27 settembre 1873, m(orto) sul Piave il 18 novembre 1917.

Ubicazione: Pianoterra, parete occidentale, prima da sinistra (dopo il passaggio tra i due cortili).

Personaggio: Adolfo Viterbi nacque a Mantova nel 1873; studiò a Bologna e si laureò a Messina nel 1898. A Padova iniziò ad insegnare Meccanica razionale; fu chiamato a Pavia ad insegnare Geodesia teoretica di cui vinse la cattedra nel 1910; simpatizzante socialista, quando l’Italia entrò in guerra divenne nazionalista e partì per il fronte. Fu ferito durante la ritirata sul Trentino nel 1916 e gli venne assegnata la medaglia di bronzo al valor militare. Appena guarito ritornò ai suoi doveri di soldato e fu inviato al comando della Terza Armata con l’incarico di rilevare le posizioni avanzate nemiche, applicando alla pratica militare le sue conoscenze teoriche. Passò nello Stato maggiore e durante la ritirata di Caporetto divenne capitano; il 18 novembre 1917, durante una ricognizione oltre alle trincee italiane nell’ansa di Sant’Osvaldo sul Piave, restò ucciso da una raffica di mitragliatrice, «chiudendo gloriosamente il ciclo di una vita, ispirata al culto della Scienza, alla religione del Dovere, illuminata dall’ideale e che fu aspirazione continua al Bene» come scrissero di lui sull’Annuario accademico del 1921-22. Gli fu conferita la medaglia d’argento al valor militare. Onoranze a Luciano Orlando, Ruggiero Torelli, Eugenio Elia Lev, Adolfo Viterbi, professori di matematica nelle Università italiane, caduti in guerra (seminario matematico della Facoltà di Scienze della R. Università di Roma, seduta del 22 giugno 1918), Roma, Bertero, 1918. Torquato Taramelli, Per il prof. Adolfo Viterbi, in “Annuario” 1918- 19, pp. 43-61. Ernesto Laura, Adolfo Viterbi, in “Annuario” 1921-22, pp. 387-389. Vittorio Emanuele Galafassi, Le glorie dell’Università di Pavia nelle discipline matematiche e fisiche, in Discipline e maestri dell’Ateneo pavese, Pavia, Università di Pavia, 1961, p. 84.

Descrizione: Nella parte superiore si trova la placca in bronzo con il profilo del personaggio; ai lati di esso due riquadri con rami di alloro e sotto il testo dell’iscrizione. Nella parte inferiore della lapide vi è una fascia a foglie di quercia e ghiande.

Notizie sulla lapide: La lastra con il ritratto di Viterbi è opera dello scultore Giorgio Kienerk (Firenze 1869 - Fauglia 1948) che la realizzò nel 1921 (notizia conservata nell’archivio personale di Vittoria Kienerk; si veda Erba 2011, p. 75). La figura di Viterbi era già stata celebrata dall’Università durante l’inaugurazione dell’anno accademico 1918-19, con un’orazione di Torquato Taramelli, in occasione del conferimento delle lauree agli studenti morti in guerra commemorati da Ireneo Sanesi. Autore: Giorgio Kienerk.

Datazione: 1921.

Stato di conservazione: Mediocre; la placca con il ritratto appare interamente intaccata dalla presenza di verderame; da qui discende una colatura scura che, allargandosi lungo la cornice del ritratto, altera il materiale litico, causando difficoltà di lettura soprattutto nelle prime righe dell’iscrizione.

Bibliografia: 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 44 e p. 102. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 183. 2011. Erba, La collezione di lapidi dell’Università di Pavia, in Il cortile di Volta dell’Università di Pavia, a cura di Mazzilli Savini, Milano 2011, p. 75