Vincenzo Brunacci - Passaggio orientale tra il Cortile di Volta e il Cortile dei Caduti, primo piano, lato ovest
Lapide di Vincenzo Brunacci
Lastra in marmo di Carrara bianco levigata e scolpita con iscrizione incisa e dipinta in colore scuro medaglione in marmo statuario apuano levigato e scolpito 160 x 155 cm
Iscrizioni: Vincentio Brunaccio, Florentia, / equiti coronae ferreae honestaeq(ue) legionis, / professori Geometriae mathesis scientissimo, / in summa litteraria conlegia relato, / quoius ingenio, studio, rogatu / hydraulicum hocce amaltheon conditum / instructumq(ue) patet, / sodales post mortem posuere, a(nno) MDCCCXIX. (sulla lapide) Mat(ematica) su[b]l(ime) / Ariete idr(aulico) (sui libri alla destra del medaglione)
Traduzione: A Vincenzo Brunacci di Firenze, cavaliere della Corona ferrea e della Legion d’onore, professore sapientissimo nella conoscenza della Geometria, inserito nelle congregazioni di sommi letterati, grazie al cui ingegno, impegno, ricerca si vede descritto e costruito questo ariete idraulico, gli amici dopo la morte posero nell’anno 1819.
Ubicazione: Loggiato superiore, passaggio orientale tra il Cortile dei Caduti e il Cortile di Volta, parete occidentale.
Personaggio: Vincenzo Brunacci nacque il 3 marzo a Firenze e morì il 16 giugno 1818 a Pavia. Studiò Giurisprudenza, poi Medicina e si laureò nel 1788 a Pisa, ma nello stesso anno divenne anche professore ordinario di Fisica. Dal 1790 insegnò Matematica e Nautica presso l’Istituto di Marina a Livorno; a fine secolo fu costretto ad abbandonare l’Italia e a rifugiarsi in Francia da dove ritornò solo nel 1800 quando gli venne offerta la cattedra di Matematica sublime a Pavia al posto di Gregorio Fontana; insegnò poi anche Geodesia e Idrometria. Pubblicò tra 1804 e 1808 i quattro volumi del Corso di Matematica sublime; dopo aver ricevuto la nomina ad Ispettore generale delle acque e delle strade pubblicò nel 1811 e nel 1813 il Trattato dell’ariete idraulico. Nel 1811 divenne Ispettore generale di pubblica istruzione del Regno d’Italia ed ebbe altri importanti incarichi che ricoprì senza mai trascurare l’insegnamento e la stesura di trattati. Tra i suoi allievi ci fu Antonio Bordoni. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia, Bizzoni, 1878, parte I, pp. 453-454. Vittorio Emanuele Galafassi, Le glorie dell’Università di Pavia nelle discipline matematiche e fisiche, in Discipline e maestri dell’Ateneo pavese, Pavia, Università di Pavia, 1961, pp. 75- 76, fig. 15. Ugo Baldini, Brunacci Vincenzo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XIV, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1972, pp. 524-525. Alessandra Ferraresi, Vincenzo Brunacci, in «…parlano un suon che attenta Europa ascolta». Poeti, scienziati, cittadini nell’Ateneo pavese tra Riforme e Rivoluzione, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2000, pp. 153-158.
Descrizione: La lapide di forma rettangolare presenta ai lati due volute simmetriche, sopra si trova il medaglione con il ritratto di Brunacci circondato da due libri per parte; su quelli di destra è appoggiata una lampada baccellata, mentre su quelli di sinistra è appollaiata una civetta che con l’ala sinistra spiegata avvolge il medaglione.
Notizie sulla lapide: Longhena afferma che la lapide di Brunacci era «collocata sotto al loggiato del primo cortile a levante dell’Università, alla destra di chi entra appena dalla strada». In Memorie e documenti del 1878 si legge: «Gli amici, i colleghi e gli studenti vollero onorare la memoria di Brunacci con un modesto ricordo marmoreo, collocato sulla porta del Gabinetto di geodesia e idrometria, da lui fondato ed assiduamente curato e promosso». Da un documento datato 24 giugno 1889 si apprende che il rettore Taramelli rifiutò la donazione di una seconda lapide dedicata a Brunacci che era stata levata dal Cimitero maggiore e che gli era stata offerta dal Sindaco di Pavia per sottrarla alla vendita generale di monumenti che era stata autorizzata dal Consiglio Comunale. Taramelli giustificò questo rifiuto affermando che «nei portici superiori dell’Università avvi a commemorazione del medesimo una lapide con bassorilievo, soprastante all’ingresso nel Gabinetto di Geodesia» (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1887-1889). Incrociando le notizie si ricava che tra il 1878 e il 1899 la lapide venne spostata dal portico inferiore al loggiato superiore, poiché il Gabinetto di Geodesia era stato nel frattempo trasferito al piano superiore. Il fatto che la lapide di Brunacci non compaia nell’elenco del 1877 (si veda il saggio di Luisa Erba a p. 35) può trovare spiegazione con il fatto che essa era considerata una decorazione soprastante la porta del Gabinetto di Geodesia e non un monumento vero e proprio.
Datazione: 1819.
Stato di conservazione: Discreto; presenza di una patina di degradazione giallognola e di sporco superficiale.
Bibliografia: 1831. Sangiorgio - Longhena, Cenni storici sulle due università di Pavia e di Milano, Milano 1831, p. 461. 1878. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia 1878, parte I, pp. 453-454. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 81.