Torquato Taramelli - Cortile dei Caduti, primo piano, lato est
Lapide di Torquato Taramelli
Lastra in calcare Botticino levigata e scolpita con iscrizione incisa e dipinta in colore scuro ritratto in bronzo a rilievo 180 x 100 cm
Iscrizione: N(ato) / Bergamo / 15.X.1845. / M(orto) / Pavia / 31.III.1922. / Volontario garibaldino nel 1866, / cultore insigne delle discipline geologiche, / passato a traverso la vita / semplice sereno austero, / in purità di fede / in luce di sapienza / in fiammante amore di patria, / Torquato Taramelli / onorò col suo insegnamento / questa Università ticinese dal 1876 al 1920 / e qui vive ancora spiritualmente, / esempio ai presenti e ai futuri. / L’Università, la famiglia, i colleghi, / gli ammiratori, / le città di Bergamo e di Pavia p(osero) / l’anno 1934, XII E(ra) F(ascista).
Ubicazione: Loggiato superiore, parete orientale, prima da sinistra.
Personaggio: Torquato Taramelli nacque a Bergamo il 15 ottobre 1845 e morì a Pavia il 31 marzo 1922. Aveva studiato a Pavia, da dove era partito come volontario per seguire la spedizione garibaldina del 1866. Si laureò in Scienze naturali a Milano, poi fece da assistente ad Antonio Stoppani. Dal 1875 divenne professore dell’Università di Pavia di cui fu anche Rettore negli anni 1888-1891. A Pavia trascorse 44 anni come docente di materie geologiche e dall’insegnamento si allontanò solo per le numerose esplorazioni compiute sul territorio italiano e nel Canton Ticino. Contribuì allo sviluppo della Geomorfologia, fondò l’Istituto geologico italiano e realizzò la Carta geologica d’Italia. Michele Gortani, Torquato Taramelli, in “Annuario” 1922-23, pp. 241-242. C.F. Parona, Un maestro dell’Ateneo Lombardo (Torquato Taramelli), in Universitatis Ticinensis Saecularia Undecima, Pavia, Bruni-Marelli, 1925, pp. 47-48. Pietro Vaccari, Storia dell’Università di Pavia, Pavia, Fusi, 1957, p. 286.
Descrizione: La lapide di formato rettangolare presenta un doppio bordo modanato che simula una cornice di forma rettangolare; l’andamento rettilineo della cornice si incurva a contenere nella parte superiore la placca in bronzo con il busto di Taramelli (in posizione frontale, con il volto leggermente voltato verso la sua sinistra), nella parte inferiore un ovale al cui interno sono incrociati due tipi di martello, a punta e a testa piatta, che simboleggiano la geologia e che sono ripresi dal rovescio della medaglia a lui dedicata.
Notizie sulla lapide: La lapide risale al 1934; due anni prima, nell’ottobre 1932, il professor Rodolfo Benini dell’Università di Roma aveva scritto al Rettore di Pavia lamentando il «silenzio, steso da un decennio come velo sulla luminosa figura». Il Rettore rispose spiegando che da poco erano scaduti i dieci anni dalla morte, termine necessario per l’apposizione di lapidi e che la Facoltà di Scienze aveva già avviato un’iniziativa per onorare il geologo, iniziativa che trova concreta realizzazione nel febbraio 1934 quando il preside di Scienze Naturali comunica al Rettore che la Facoltà «ha deliberato che la lapide sia di marmo Botticino chiaro con placchetta in bronzo eseguita dal Prof. Kienerk». Si specifica inoltre che la lapide verrà posta di fronte a quella di Stoppani, in modo da trovarsi sia vicino al luogo delle lezioni di Taramelli, sia nei pressi dell’Istituto di Geologia. La placca in bronzo riprende il ritratto che compare sul dritto della medaglia che venne donata al professore nel 1919, sul cui rovescio c’erano gli stessi strumenti presenti sulla lapide e le due iscrizioni «Mente et malleo» e «A / Torquato Taramelli / insigne geologo / patriota ardente / offrono / colleghi - discepoli / ammiratori / MCMXIX» (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1925- 1934). La lapide fu posizionata lungo il loggiato orientale del Cortile dei Caduti e venne scoperta dalla figlia di Kienerk il 9 giugno 1934 con un’orazione letta dal senatore del Regno Vinassa de Regny. L’iscrizione fu dettata da Ireneo Sanesi, come affermato in conclusione del discorso inaugurale: «Come bene ha scritto, con affetto di amico e devozione di ammiratore, il collega Prof. Sanesi nella bella iscrizione incisa sul marmo che stiamo per inaugurare» (Torquato Taramelli, in “Annuario”, p. 407; si veda il saggio di Luisa Erba, p. 39). Autore: Giorgio Kienerk.
Datazione: 1934, inaugurazione 9 giugno.
Stato di conservazione: Discreto; presenza sulla placca con il ritratto di tracce di verderame che provocano anche macchie scure lungo la superficie della lapide.
Bibliografia: 1935. Torquato Taramelli, in “Annuario” 1934-35, pp. 393-407. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 93. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 197.