- Cortile dei Caduti, piano terra, lato sud
Lapide che ricorda i caduti durante la Seconda Guerra Mondiale
Lastra in pietra di Saltrio scolpita con iscrizione incisa 115 x 185 cm
Iscrizione: I deserti e gli oceani, le montagne e le / pianure di tre continenti ne serbano le spoglie. Qui vivono gli spiriti / affratellati nel mistero della morte. / Alla memoria dei professori e degli studenti caduti nella Seconda Guerra Mondiale.
Ubicazione: Pianoterra, parete meridionale, quarta da sinistra.
Avvenimento: La lapide ricorda tutti i docenti e gli studenti dell’Università di Pavia morti durante la Seconda Guerra Mondiale; il ricordo è volutamente pensato senza l’elenco dei defunti, a differenza del grande monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale che si trova al centro del cortile, o di quelli per le guerre d’indipendenza che riportano tutti i nomi degli studenti deceduti durante i conflitti.
Descrizione: Dallo sfondo, che è stato scolpito con piccole incisioni per simulare un effetto grezzo, emergono due figure distese e seminude, dalle forme spigolose e contorte: nella parte superiore, con il capo rivolto verso destra, un uomo con una corda al collo, in quella inferiore, con la testa a sinistra, una donna a seno scoperto, con i capelli scompigliati e le mani levate dietro alla testa. L’iscrizione corre lungo il bordo liscio della lapide.
Notizie sulla lapide: Nell’Archivio Storico dell’Università, nell’incartamento relativo al monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, si trovano alcune missive risalenti ai mesi di aprile e maggio 1948 che si riferiscono alla posa di questo monumento; in particolare sono state ritrovate tre lettere in cui l’allora presidente dell’ASUP (Associazione Studenti Università di Pavia) richiede al rettore Fraccaro un contributo per la realizzazione della lapide; a questa richiesta il Rettore rispose indicando una cifra di lire 100.000. Dovettero però passare ancora alcuni anni e forse il contributo del Consiglio Accademico non rimase un fatto isolato, poiché l’opera dello scultore Alberto Nobile (Voghera 1923-1966) venne inaugurata nel 1951. Il rettore Plinio Fraccaro nel suo discorso spiegò l’assenza dei nomi dei caduti: «L’assenza di ogni nome da questo monumento invita al perdono. Absint nomina ut adsint numina. Non compaiono nomi che possono suscitare ricordi che non siano di pace; ma solo numina, spiriti impersonali che hanno sofferto in comune la purificazione dell’estremo trapasso e che chiedono a noi, ciascuno per tutti, comprensione, amore, fratellanza, umanità. Sforziamoci di esaudire questo voto dei nostri caduti». Le sue parole evocano il clima della guerra civile e delle sue conseguenze nel dopoguerra, i cui focolai erano ancora presenti cinque anni dopo la fine del conflitto. Tibiletti nel 1961 così lo descrisse: «il monumento [ricorda] i caduti della guerra del 1940-43 e della guerra italo-germanica del 1943-45 (rilievo dello scultore Alberto Nobile, commemorante i morti nei campi di concentramento…)». L’Università commemora i caduti nel secondo conflitto mondiale anche con altre memorie: sulla parete esterna occidentale del palazzo si trova la lapide dei cittadini pavesi caduti nelle lotte partigiane della guerra italo-germanica del 1943-45, mentre nel loggiato meridionale del Cortile delle Statue vi è la lapide del professor Bruno Castiglioni, geografo (collocata dove si trovava l’Istituto di Geografia) caduto nella guerra italogermanica del 1943-45, inaugurata dal professor Luigi Fassò (vedi Parole pronunciate dal prof. Luigi Fassò allo scoprimento dell’iscrizione in memoria del prof. Bruno Castiglioni, in “Annuario” 1951-52, pp. 31-34).
Autore: Alberto Nobile.
Datazione: 1951.
Stato di conservazione: Discreto; presenza di alcune tracce di pittura lungo il bordo superiore.
Bibliografia: 1952. Fraccaro, Parole pronunciate per lo scoprimento del rilievo in memoria dei professori e degli studenti caduti nella seconda guerra mondiale, in “Annuario” 1951-52, pp. 28-29. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 44. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 209.