- Cortile dei Caduti, al centro del cortile
Monumento che ricorda i caduti durante la Prima Guerra Mondiale
Monumento in pietra Simona con iscrizione incisa statua e fregio in bronzo
Iscrizioni: L’Alpe, il Carso, il Piave / ne ebbero le spoglie. / L’ateneo ne custodisce / il nome, la fede, la gloria. (sulle lastre ai lati della statua; seguono i nomi dei professori e degli studenti caduti in guerra) XXIV / V / MCMXV (sulla lapide inserita nella corona d’alloro sul lato sinistro) IV / XI / MCMXVIII (sulla lapide inserita nella corona d’alloro sul lato destro) Monte Nero / Adamello / Passo Buole / S. Michele / Gorizia / Pasubio (sull’elsa delle spade a sinistra della statua) M. Ortigara / M. Santo / Bainsizza / M. Grappa / Montello / Vittorio Veneto (sull’elsa delle spade a destra della statua) Bligny / Zenzon / Capo Sile / M. Fior / Caporetto / M. Malo / Vodice / Cauriol / Sabotino / Cima Caldiera / Lemerle / Seltz / Tofane / Col di Lana / S. Martino Carsico / M. Sei Busi / Altip. Carsico (sull’elsa delle spade nella parte posteriore del monumento)
Ubicazione: Al centro del cortile.
Avvenimento: Il monumento ricorda gli studenti pavesi caduti nella Grande Guerra del 1915-1918, ma celebra il sentimento e il sacrificio per l’unità d’Italia che da più di un secolo contraddistingueva gli studenti dell’Ateneo pavese che, già nel corso del XIX secolo, si erano votati alla causa nazionale. In occasione dell’inaugurazione del monumento al centro del Cortile Medico, domenica 4 giugno 1922, una delegazione di studenti si recò a collocare corone di fiori e fronde d’alloro a diversi marmi dedicati ad eroi della Patria (Pasquale Massacra, Cesare Battisti, Filippo Corridoni, Adolfo Viterbi, ecc.), accomunandoli tutti in questa solenne circostanza. Ireneo Sanesi, Per gli studenti dell’Università pavese morti in guerra, in “Annuario” 1918-19, pp. 25-42. Conferimento delle lauree ad honorem, in “Annuario” 1918-19, pp. 3-24. Mino Milani, Risorgimento pavese, Milano, Effigie, 2011, p. 126.
Descrizione: Sopra il basamento a forma di tronco di piramide schiacciato si trova un parallelepipedo sormontato da tre gradini sui quali si snoda il lungo fregio con la serie di mani che impugnano le spade recanti nelle else i nomi delle battaglie della guerra, interrotto nei lati corti dalle due corone di alloro con le date di inizio e di fine del conflitto. Davanti a questa struttura svetta la grande statua raffigurante un combattente con spada nella mano destra e scudo nella sinistra, le cui gambe emergono da un blocco poggiante su un parallelepipedo che interrompe la serie dei gradini.
Notizie sul monumento: Le prime notizie risalgono al 1917, quando, venuto a conoscenza dell’intenzione di realizzare tale opera, l’ingegner Stefano Beretta della ditta Cattò manifesta con una lettera all’Università il suo desiderio di fornire il marmo per la lapide in cui sarebbe stato ricordato anche il nome di Paolo Beretta, comproprietario della ditta. L’iniziativa trova concreta possibilità di realizzazione nel 1920: in data 16 marzo l’Associazione degli Studenti Universitari Pavesi (ASUP) scrive al Rettore ringraziandolo per aver fatto in modo che «la più bella delle speranze ed il più forte dei desideri della classe universitaria pavese […] divenissero realtà». All’approvazione segue un concorso di cui risulta vincitore, tra sedici proposte pervenute, il bozzetto presentato da Alfonso Marabelli con cui nel luglio 1920 si stipula il contratto. Il monumento «consterà di una base in pietra, di una statua in bronzo “Sacrificio Eroico” e di un blocco parallelepipedo verticale composto di lastre». Marabelli si impegna alla realizzazione del monumento «secondo la fotografia e lo schizzo allegati, escluso però il basamento e la fascia di bronzo». Come materiali si decide che «per la base lo scultore Marabelli adoprerà “pietra simona” per le lastre del blocco egli si impegna adoperare possibilmente “il candoglio” ed eventualmente in caso di mancanza di questo ultimo “il nembro” ». Il costo dell’opera viene stabilito in 45.000 lire che rappresentano solo le spese vive, in quanto Marabelli mette gratuitamente la sua opera al servizio della causa; la commissione assicura che un eventuale incremento dei fondi raccolti, fino alla cifra di L 10.000, sarà dato come compenso allo scultore, mentre un ulteriore gettito sarà utilizzato per arricchire l’ornamentazione artistica. I tempi per la lavorazione devono essere compresi tra il luglio 1920 e il 31 ottobre 1921. Il monumento venne inaugurato domenica 4 giugno 1922. La cerimonia fu preceduta da una veglia d’onore che durò tutta la notte durante la quale un servizio d’onore fu prestato a turno da quattro studenti ed exstudenti posti due per parte al monumento, mentre un quinto alimentava un incensiere; tutto intorno ornavano il cortile corone di alloro con i nomi delle gloriose battaglie compiute dall’Esercito italiano. Dopo la messa da campo celebrata da don Gilardi che era stato decorato in guerra, il Corpo Accademico si recò a Porta Milano per ricevere il duca d’Aosta, comandante della III Armata, venuto a Pavia in rappresentanza del Re, mentre nel cortile trovavano posto le numerose autorità civili e militari. Dopo la Messa venne eseguito il Te Deum di Giovanni Sgambati, poi seguirono i discorsi del presidente dell’ASUP Santi Vaccaro Brancaleone, del rettore Luigi Berzolari che concluse con queste parole: «V’invito, o giovani, a scoprire la statua che, modellata dalla mano sapiente di un artista insigne, quel sacrificio consacra nei secoli. Il giovane Eroe nel suo atteggiamento sembra esprimere felicemente la signoria dello spirito immortale sulla materia caduca, e il suo volto si affisa alle regioni delle luci celesti, quasi a indicarci che il cammino della nostra stirpe ha una meta eterna, su in alto» (“Annuario” 1922-23, p. 218). Al suono di uno squillo di tromba, delle campane dell’Università e del Comune cadde il velo che copriva il monumento davanti al quale i soldati presentarono le armi e le madri e le vedove deposero fiori ai piedi dell’opera. Il duca d’Aosta chiamò Alfonso Marabelli per complimentarsi per l’opera. Dopo l’Inno di gloria composto per l’occasione da Luigi Orsini, si tenne il discorso commemorativo di Ettore Romagnoli, concluso dall’inno goliardico accompagnato dal corpo musicale della 44° Fanteria. Come è testimoniato dalle foto relative all’inaugurazione (vedi foto), il monumento nel 1922 non era ancora stato completato con la fascia, Nel corso del 1924 ci fu uno scambio epistolare tra Università, Comitato di Vigilanza del monumento e scultore Marabelli, il quale aveva chiesto la cifra di 30.000 lire per la realizzazione della fascia intera e di 20.000 per l’esecuzione solo della parte anteriore. Il 20 agosto Arrigo Solmi scrisse allo scultore: «la somma di lire quindicimila rappresenta il massimo sforzo cui si è potuto addivenire per l’esecuzione integrale della fascia decorativa del monumento […]. Non mancherà una prossima occasione in cui questa Università potrà tener presente l’opera della S.V. Intanto […] io confido che Ella, nel Suo illuminato patriottismo, vorrà trovar modo di eseguire il progetto della fascia, nella sostanziale integrità, per la somma di Lire quindicimila». Si giunse evidentemente ad un accordo poiché il 2 luglio 1925 Solmi, Morandotti e Kienerk collaudarono «la fascia decorativa recentemente aggiunta al monumento». L’ultima vicenda che riguarda il monumento che ha cambiato la fisionomia e la denominazione del Cortile Medico è il rischio che esso corse durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando si temette che venisse requisito dall’Endirot per essere smantellato e fuso; l’allora rettore Carlo Vercesi il 13 settembre 1941 affermò che «il minacciato provvedimento recherebbe una dolorosa mutilazione alla nostra Università che gelosamente custodisce e onora nel monumento i Morti che le sono sacri; essa verrebbe colpita in uno dei più sensibili aspetti, in uno dei più significativi simboli di quella sua luminosa tradizione volontaristica, guerriera che non sarà mai smentita». Tale rimozione era già stata sospesa dal Prefetto in data 14 ottobre, ma nel gennaio successivo una lettera del Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Giustini fugò per sempre la temuta fusione del bronzo (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, Monumento caduti Guerra 1915-1918).
Datazione: 1922, inaugurazione 4 giugno.
Stato di conservazione: Mediocre; presenza di alcune fratture e sbeccature sulla parte anteriore e posteriore delle tre lastre, percolazioni lungo il fregio e la statua, presenza di muschio nelle crepe del basamento e dei gradini.
Bibliografia: 1922. Pavia consacra alla gloria i Caduti dell’Ateneo, in “La Provincia Pavese”, 4 giugno 1922, pp. 1-3. 1922. La solenne inaugurazione del monumento ai Caduti dell’Università, in “La Provincia Pavese”, 7 giugno 1922, pp. 1-3. 1923. Inaugurazione del Monumento ai Caduti nelle guerra 1915-18, in “Annuario” 1922-23, pp. 211-232. 1925. Piero Malcovati, “Noi siamo le colonne…”, in Universitatis Ticinensis Saecularia Undecima, Pavia, Bruni-Marelli, 1925, pp. 61-62. [1932]. Fraccaro, L’Università di Pavia, Kussnacht am Rigi 1932, p. 35, 37 e 44. 1939-1943. Albo d’oro degli studenti caduti combattendo per la Patria, in “Annuario” 1938-39, pp. 30-33; 1939-40, pp. 44-47; 1940-41, pp. 56- 59; 1941-42, pp. 48-51; 1942-43, pp. 44-47. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Milano 1961, p. 44 e 101. 1978. Erba, Scultori pavesi dell’Ottocento e del Novecento, Milano 1978, pp. 51-52. 1980. Vivanti, Retaggio di una generazione, in Pavia col lanternino, vol. III, Pavia 1980, pp. 223-225. 2009. Dall’oppressione alla libertà. Immagini di Pavia, a cura di Marina Tesoro e Ernesto Bettinelli, Como- Pavia 2009, p. 77. 2010. Cronologia della provincia di Pavia: 1859-2009, Vigevano 2010, p. 57.