Catone Sacco - Cortile di Volta, piano terra, lato est
Lapide di Catone Sacco
Lapide in marmo di Candoglia scolpita a basso e altorilievo, con iscrizione incisa 229 ✕ 100 cm
Iscrizione: Reliquie* Catonis (* Reliquiae, la lettere E è fatta con due tratti verticali).
Ubicazione: pianoterra, parete orientale, V da sinistra.
Personaggio: Catone Sacco nacque a Pavia nel 1394 e insegnò Diritto civile entrando in contatto con personaggi eminenti, quali Lorenzo Valla e Bernardino da Siena. Per evitare il suo trasferimento presso le Università di Siena e Bologna, l’amministrazione del Ducato di Milano dispose per lui costanti aumenti di salario. Nel 1450 istituì presso la chiesa di S. Francesco l’altare e la confraternita di S. Sebastiano e fondò il collegio per dodici nobili studenti stranieri indigenti iscritti ai corsi di Teologia, Diritto civile e canonico; legò a favore dell’ospedale i suoi beni di Branduzzo e le sue case di Pavia. Insegnò fino al 1461 e visse fino al 1463; la sua sepoltura nella chiesa di S. Maria del Carmine, come ricorda il Marozzi nelle sue Memoriae, era indicata dalla lapide murata in verticale nella sesta cappella a sinistra di S. Giuseppe da lui voluta già prima del 1451. In tale edificio, nella prima cappella del transetto sinistro, si trovava anche la lapide che indicava le sepolture degli studenti oltremontani, oggi ai Musei Civici, una copia della quale è murata nell’andito principale d’ingresso all’università.
Descrizione: la lapide si sviluppa in altezza e rappresenta la scena del dottore in cattedra. Nella parte superiore, al di sotto di una nicchia ad arco inflesso con terminazione a conchiglia sostenuta da colonnine tortili, il dottore togato è raffigurato con berretto dottorale nell’atto di tenere lezione, con davanti un libro aperto. Sono visibili altri volumi: uno sulla sinistra, a lato del dottore e tenuto aperto dalla sua mano, e due alla sua destra, chiusi e disposti perpendicolarmente tra di loro. Nella parte inferiore, nove allievi, anch’essi con toga e berretto, sono assiepati al di là di un parapetto riccamente decorato. La loro differente caratterizzazione è forse un elemento che vuole indicare la diversa provenienza degli studenti che ascoltavano le lezioni di Catone Sacco. La preziosa cattedra e i banchi sono caratterizzati da un elaborato lavoro di intaglio su stilemi tardogotici che richiama gli stalli dei cori lignei. Lungo la fascia superiore della cornice campeggia l’iscrizione in lettere capitali, mentre negli angoli della lapide, disposti simmetricamente rispetto alla nicchia, si trovano raffigurati gli stemmi del casato.
Stemmi: in alto a sinistra arme gentilizia della famiglia Sacco (o de Sacchi) di Milano: bandato d’oro e di rosso, a un sacco d’argento, legato dello stesso, attraversante sul tutto; col corpo d’oro, caricato di un’aquila di nero, coronata del campo; in alto a destra arme gentilizia della famiglia Sacco (o de Sacchi): aquila con ali spiegate.
Datazione: post 1463, anno della morte.
Provenienza: la sepoltura di Catone Sacco si trovava nella chiesa di S. Maria del Carmine a Pavia, nella sesta cappella a sinistra; da essa venne rimossa nel 1786, come scrive Carlo Marozzi, il quale afferma che il monumento si trovava in tale edificio fino al 1786, ma poi per ordine del governo venne trasferito sotto i portici dell’università (si veda il saggio di Luisa Erba nel presente volume).
Stato di conservazione: discreto; la pulitura della superficie dalle incrostazioni nerastre ha permesso di riportare alla luce i particolari della rappresentazione e di facilitare la lettura dell’epigrafe.
Bibliografia: SANGIORGIO, LONGHENA 1831, p. 455; ROBOLINI 1834-1838, vol. V, pp. 208-211; PRELINI 1877, pp. 15-17; Memorie e documenti 1877-1878, p. 36; CAVAGNA SANGIULIANI 1905, pp. 381-382; BOLLEA 1925, p. 30; L’università di Pavia 1925, pp. 27-28, p. 31; FRACCARO 1932, p. 12, p. 15; TASCA 1951, p. 205; VACCARI 1957, p. 71, p. 95; GIANANI 1962, pp. 104-106; INZAGHI 1972, vol. III, p. 148; ERBA 1976, p. 126; ERBA, MORANI 1977, p. 14; ERBA 1990, p. 44, p. 123; SOTTILI 1995, vol. I; MASPOLI 2000, p. 333.