Francesco Corti - Cortile di Volta, piano terra, lato est

Lapide di Francesco Corti

Lastra in marmo di Candoglia scolpita a basso e altorilievo, con iscrizione incisa e dipinta in colore grigio 106 ✕ 194 cm

Iscrizioni: Obiit anno 1495, die 30 Iulii. (sulla base della cattedra, a sinistra) Sacrarum interpres legum, sanctissimus olim/ Franciscus patriae gloria magna suae/ quem probitas quem cana fides pietasq(ue) decorum/ fecerat. Hoc positum marmore corpus habet. (sulla lastra di base, a sinistra) Bernardinus/ Curtius gratus/ filius fieri/ iussit. (sulla lastra di base, a destra) Iustus ut palma florebit. (sulla cattedra, sul cartiglio sopra l’arme)

Ubicazione: pianoterra, parete orientale, X da sinistra.

Personaggio: Francesco Corti appartenne a una nobile famiglia patrizia pavese che ebbe il suo massimo splendore tra XIII e XIV secolo; egli visse dal 1420 al 1495, entrò nel Collegio dei Giuristi l’8 ottobre 1456, poi fu lettore di Diritto civile dal 1483 al 1491. Dopo il 1460, produsse analisi gradite a Francesco Sforza e per questo venne chiamato nel Consiglio ducale e divenne senatore di corte. Fu sepolto nella chiesa di S. Francesco in un monumento di alto valore artistico voluto da suo figlio Bernardino.

Descrizione: la lapide rappresenta l’interno di un’aula resa in prospettiva, con soffitto a rosoni cassettonati e con decori a rincassi geometrici alle pareti. All’interno di essa si trova sulla sinistra il dottore in cattedra, raffigurato nell’atto di tenere lezione con un libro aperto, e quattro allievi assiepati a destra e seduti su una panca in atteggiamenti vari. Docente e allievi indossano toga e berretto dottorale. La cattedra presenta riquadri decorati con armi, volute con fiori e con lo stemma sul cui cartiglio si legge il motto del casato stesso. L’arme gentilizia è riproposta anche sulla panca. La decorazione a riquadri è presente anche sulle pareti e sul soffitto dell’aula, quest’ultimo partito a cassettoni. L’iscrizione in lettere capitali è disposta sulla base della cattedra e lungo la lastra marmorea che forma la base del monumento.

Stemmi: di fronte, sulla cattedra e sulla panca, arme gentilizia della famiglia Corti di Milano e di Pavia: spaccato, nel primo d’oro, all’aquila di nero coronata del campo; nel secondo palato di verde e d’oro.

Datazione: post 1495, anno della morte.

Provenienza: la lapide di Francesco Corti si trovava nella chiesa di S. Francesco di Pavia, “in sacello”, dove il figlio gli fece erigere un monumento funebre; di tale monumento ci tramanda il ricordo Martin Zeiller, che lo vide durante il viaggio compiuto nel 1628; la lapide fu rimossa dalla chiesa nel 1781.

Stato di conservazione: discreto; corrosione della superficie del marmo. La pulitura ha portato alla rimozione della patina nerastra e delle incrostazione che ne obliteravano una corretta lettura, oltre a cancellare le tracce di residui di trattamenti superficiali precedenti. Al centro della campitura, un evidente segno di cava era stato in precedenza mascherato con una velatura della stesso tono del marmo che l’intervento di restauro ha provveduto a cancellare.

Bibliografia: SANGIORGIO, LONGHENA 1831, p. 458; CAVAGNA SANGIULIANI 1905, pp. 383-385; FRACCARO 1932, p. 13, p. 17; VACCARI 1950, p. 160; TASCA 1951, p. 65; VACCARI 1957, pp. 86-87; DALLARI 1965; INZAGHI 1972, p. 84; ERBA 1976, p. 126; ERBA, MORANI 1977, p. 21; PERONI ET ALII 1978, p. 79; GIANANI 1980, pp. 80-81; ZANOBIO 1984, pp. 38-39; ERBA 1990, p. 18 e pp. 44-45; MASPOLI 2000, p. 114; MASPOLI, PALAZZI TRIVELLI 2002, p. 75.