Giuseppe Gaspare Belcredi - Cortile di Volta, piano terra, lato sud

Lapide di Giuseppe Gaspare Belcredi

Lastra in marmo di Carrara bianco con parti scolpite ad altorilievo e iscrizione incisa e dipinta in colore scuro 160 ✕ 111 cm

Iscrizione: Iosepho Gaspari de Belcredis/ Marchioni plurifariam demarcho/ e iuriconsultorum conlegio,/ abbati ordinis decurion(um),/ praefecto patrimoni et conventus municipi,/ regio censori,/ scribae perp(etuo) patriae sodalitatis litterariae,/ professori emerito,/ antiquitatum iurisque civilis et feudalis/ gymnasiarchae dignitate pluries aucto,/ qui vixit annis LXVI,/ doctrinae religionis et bonitatis exemplar./ Discessit V (die ante) Eid(us) Ianuar(ias) an(no) MDCCCVI./ Amplius CC voluminibus exquisitioribus/ huic bibliothecae legatis,/ Daria Egnatii Canerae comitis de Salasco/ et Francisca Iosephi Trotti comitis/ patri benemerentissimo posuimus/ in eius erga nos adfectionis hostimentum.

Ubicazione: pianoterra, parete meridionale, VII da sinistra.

Personaggio: Giuseppe Gaspare Belcredi, di nobile famiglia pavese, visse tra 1739 e 1806; studiò presso il Collegio Clementino a Roma e si laureò a Pavia in Diritto nel 1762. Personalità eminente, protagonista della vita culturale, sociale e politica del suo tempo, giureconsulto nel 1763, prima supplente poi titolare di cattedra universitaria di Diritto e consuetudini feudali dal 1769. Occupò una serie rilevante di incarichi pubblici e venne nominato per due volte Rettore stimato dall’Austria; l’arrivo dei Francesi gli fece perdere la cattedra nel 1797, poiché, a causa del suo opuscolo Relazione sulla venuta dei Francesi in Pavia e saccheggio dato alla detta città rivoluzionaria, venne arrestato e processato nel 1796. Riuscì a essere prosciolto, ma si dovette ritirare dalla vita pubblica, anche se durante il periodo della Repubblica Italiana fu membro del Consiglio comunale. Morì nel 1806. Di cultura enciclopedica, sostenitore dell’Accademia degli Affidati, lasciò numerosi manoscritti e opere a stampa che testimoniano l’alto valore della sua figura. Le figlie Daria e Francesca commissionarono l’epigrafe che venne collocata direttamente nei cortili dell’università.

Descrizione: la lapide, di forma trapezoidale, è circondata da una cornice a fogliette e da un bordo liscio. Sotto a essa si trova un basamento rettangolare e un profilo a foglie cuoriformi, sopra alla lapide è presente un timpano con due volute decorate da foglie d’acanto e da fiori.

Datazione: post 1806, anno della morte.

Ubicazione originaria.

Stato di conservazione: buono.

Bibliografia: SANGIORGIO, LONGHENA 1831, p. 462; Memorie e documenti 1877-1878, p. 307; ERBA, MORANI 1977, p. 70; ERBA 1990, p. 54; ZORZOLI 2000, pp. 44-49.