Francesco Flarer - Cortile dei Caduti, piano terra, lato ovest
Lapide di Francesco Flarer
Lastra in calcare nero di Varenna levigata con cornice modanata e iscrizione incisa e dipinta in colore dorato 152 x 103cm
Iscrizione: Francisco Flarer, / domo Terioli Raet(ico), / qui, Medicina ocularia / in hoc lyceo magno per XL annos tradenda, / doctrinae laudem usu illustriorem fecit. / Filii patri optimo b(ene) m(erenti), / XI (die ante) Kal(endas) Ian(uarias) an(no) MDCCCLX vita functo, / honoris caussa pos(uerunt).
Traduzione: A Francesco Flarer, originario del Tirolo, che, insegnando la Medicina oculistica in questo grande Ateneo per 40 anni, rese più illustre la lode della disciplina con la pratica. I figli all’ottimo padre ben meritevole, morto il 22 dicembre dell’anno 1860, posero a motivo d’onore.
Ubicazione: Pianoterra, parete occidentale, quarta da sinistra.
Personaggio: Francesco Flarer nacque il 27 novembre 1791 vicino a Merano in Tirolo; fu mandato nel Collegio benedettino di Merano e ad Innsbruck per seguire i corsi di Teologia, poiché i genitori desideravano per lui una carriera ecclesiastica; qui invece si iscrisse alla Facoltà di Medicina. Nel 1809 si recò a Pavia dove si laureò con lode il 15 giugno del 1815 in Medicina, il 29 giugno in Chirurgia. Lo Scarpa lo inviò a Vienna per perfezionarsi in Oculistica dove rimase per due anni; a Pavia il 28 giugno 1819 ottenne la cattedra di Oculistica, materia che insegnò fino all’anno della sua morte. Fondò anche una nuova clinica inaugurata il 22 ottobre 1819; ricoprì la carica di rettore nel 1832 e fu decano della Facoltà di Medicina nel 1854. Morì a Pavia il 22 dicembre 1859, lasciando due figli maschi e sei femmine, di cui Amalia andò in sposa ad Agostino De Pretis. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia, Bizzoni, 1878, parte I, pp. 268-269. Mario Crespi, Flarer Francesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XLVIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997, pp. 290-291. Musei e collezioni dell’Università di Pavia, a cura di Fabio Bevilacqua, Lidia Falomo, Carla Garbarino, Milano, Hoepli, 2003, p. 22.
Descrizione: La lapide presenta un doppio profilo modanato che simula una cornice con gli angoli smussati; all’interno la lunga iscrizione dorata è sormontata da un motivo decorativo con un tralcio d’edera, un libro e il caduceo, tenuti insieme da una corona d’alloro.
Notizie sulla lapide: In data 29 agosto 1860 il Ministero della Istruzione pubblica scrive al Rettore dell’Università di Pavia: «nulla ostare per parte di questo Ministero a che il Dottore Giulio Flarer faccia mettere sotto i portici di codesta R. Università una lapide in memoria del defunto di lui Padre Francesco, già professore ordinario di Oculistica». La notizia è comunicata dal Rettore a Giulio Flarer in data 31 agosto: «Mi do premura di dargliene notizia invitandola a presentarsi all’ufficio del Rettorato tosto che lo crederà opportuno per concertare per disegno e il luogo dove collocare la detta lapide» (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1860-1864). La lapide dovette essere collocata di lì a poco vista la rapidità con cui, dopo la morte del padre, il figlio Giulio richiese il permesso; una riprova della datazione al 1860 può essere il fatto che nell’iscrizione di Giovanni Maria Bussedi (si veda il saggio di Luisa Erba, p. 41) si sbagliò ad indicare l’anno della morte: non è il 1860, ma il 1859, come riportato in maniera unanime dalla bibliografia e come prova il fatto che le due lettere presenti nell’archivio dell’Università sono datate 29 e 31 agosto 1860, termine sicuramente ante quem per la morte di Flarer. La lapide era già stata collocata nel 1877, poiché nell’elenco delle lapidi steso il 20 giugno di quell’anno si legge: «Cortile anatomico. Lato di ponente: 22 Moretti, 23 Comolli, 24 Flarer, 25 Rusconi, 26 Borsierio» (ASUPv, Dep. 5-13, Edifici universitari e monumenti, 1874-1880. Lapidi e monumenti esistenti nella R. Università, 20 giugno 1877; si veda il saggio di Luisa Erba a p. 35).
Datazione: 1860.
Stato di conservazione: Discreto; presenza di danneggiamenti sulla superficie e di decolorazione a chiazze.
Bibliografia: 1878. Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia, Pavia 1878, parte I, p. 268-269. 1961. Tibiletti, Monumenti e cimeli dell’Ateneo pavese, Pavia 1961, p. 85. 1977. Erba - Morani, Monumenti e lapidi conservati nel palazzo centrale dell’Università di Pavia, Pavia 1977, p. 109.